Il primo trimestre del 2018 conferma il trend positivo per il mercato immobiliare, cresciuto del 4,3 % rispetto all'anno precedente.
Mercato immobiliare residenziale in crescita
I dati dell’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate segnalano, per il dodicesimo anno consecutivo, l'aumento delle compravendite immobiliari, attestate, nei primi tre mesi dell'anno a
127.277 in termini di NTN, Numero di Transazioni Normalizzate.
Il rialzo maggiore si evidenzia nelle Isole che superano il
6%, a seguire il Nord Est e il Sud che crescono rispettivamente del 5,8% e del 5,5%
Nel I trimestre del 2018 la superficie delle abitazioni scambiate, in termini di STN, che è la somma delle superfici delle unità immobiliari compravendute “normalizzate” rispetto alla quota trasferita, ammonta a
13,4 milioni di metri quadrati, con un aumento tendenziale del tutto in linea con quello dei volumi, +4,4%. L’abitazione scambiata in questo primo trimestre ha una superficie media stabile intorno a 105 mq.
In relazione alla dimensione, circa un terzo degli scambi riguarda alloggi con superficie tra 50 mq e 85 mq, mentre il 27,5% delle abitazioni compravendute si colloca nella classe tra 85 mq e 115 mq. La fascia tra 50mq e 115 mq rappresenta più della metà del mercato in tutte le macroaree, mentre le abitazioni fino a 50 mq rappresentano ovunque la quota inferiore delle transazioni.
Mercato non residenziale
Ancora meglio fa il mercato non residenziale, con un tasso di crescita pari al
5,9%. Continua pertanto l'aumento dei volumi di compravendita relativi agli immobili del settore terziario-commerciale, costituito prevalentemente da uffici, istituti di credito, negozi, edifici commerciali, depositi commerciali ed autorimesse. Nel I trimestre 2018 la crescita ha interessato l’intero territorio nazionale ma con intensità diverse secondo le macroaree geografiche. Su tutti spiccano i dati del Nord Est (+10,9%) e delle Isole (+9,8%) con quest’ultima che è l’unica area a migliorare il proprio tasso di crescita rispetto al trimestre precedente.
Il segmento “
uffici e studi privati” ha evidenziato un sensibile calo del tasso tendenziale, -9,5% su scala nazionale.
Il segmento “
negozi e laboratori” ha mostrato, di contro, un tasso di crescita pari a +9,2% confermando il risultato positivo già evidenziato nel trimestre precedente.
Il terzo dei segmenti esaminati, “
depositi commerciali e autorimesse”, ha replicato esattamente lo stesso risultato (+9,2%) del segmento precedente ma con tassi di crescita più omogenei tra le aree geografiche.
Il mercato immobiliare in Sicilia
Complessivamente nell'anno 2007 si sono registrate
34.234 transazioni immobiliari in Sicilia, segnando un aumento del 4,5% rispetto all’anno scorso. In testa si posizionano le provincie di Palermo (8.732) e Catania (7.678), seguite da Messina (4.358), Siracusa (2.995) e Trapani (2.845) che, nel 2017, sorpassa Agrigento (2.722), Ragusa (2.236), Caltanissetta (1.711) e, infine, Enna (955). Rispetto al'anno precedente, le provincie che registrano il maggiore incremento di compravendite sono Trapani (+11,5%), Enna (+9,8%), Ragusa (+7,7%) e Siracusa (+6,9%). La variazione annua per le province di Palermo (+4,7%) e Catania (+4,9%) è, invece, poco sopra la media regionale. Restano pressoché invariate le transazioni nella provincia di Messina (+0,2%), Agrigento (-0,1%) e Caltanissetta (-1,0%).
Prezzi stabili
Mentre il mercato immobiliare è in crescita, i
valori degli immobili non registrano alcun aumento, con le quotazioni medie che non hanno subito sostanziali modifiche e si mantengono agli stessi livelli dei periodi precedenti. Le zone centrali hanno ottenuto risultati migliori rispetto a quelle periferiche e semicentrali grazie alle top location, agli immobili di prestigio e, in parte, agli investitori che hanno puntato spesso proprio su queste aree.
Settore costruzioni in calo in Sicilia
L'osservatorio economico di
Confartigianato Sicilia, analizzando i dati di un settore che mette insieme
edilizia, installazione e impianti, ha messo in evidenza il calo degli investimenti e degli occupati, trend che si ripete da sei anni.
Nel dettaglio, nel primo trimestre dell'anno in corso, sono 49.082 le imprese del settore delle costruzioni, 5.164 in meno rispetto al primo trimestre 2009. Il 42,6%, pari a 20.905 imprese, appartengono al comparto artigiano, in calo del 1,6% (migliore del -2,5% dello scorso anno) perdendo 340 imprese in un anno.
Va meglio a Ragusa (+2,4%), Palermo (+0,7%) e Siracusa (+0,2%). Peggio ad Agrigento (-1,4%), Enna (-0,8%) e Catania (-0,8%).
Occupazione in calo
Nel 2017 gli occupati nel settore sono 77 mila,
in calo del 8,2%, 7 mila in meno di un anno fa. Rispetto al periodo pre-crisi (2008) nel settore sono 73 mila in meno gli occupati, pari ad
un calo del 48,6%. In percentuale, tra il 2016-2017, va meglio a Ragusa (+11,8%), Catania (+9,4%) e Palermo (4,2%), peggio a Trapani (-35,8%), Agrigento (-30,4%) e Siracusa (-22,9%).
In Sicilia il tasso di occupazione irregolare rilevato per il settore delle Costruzioni nel 2016 - ultimo dato disponibile - è pari al 23,3% superiore di 7,2 punti rispetto al tasso di irregolarità nazionale del 16,1%. Le Costruzioni è, tra i settori non agricoli, quello che registra il peso più elevato degli occupati irregolari sul totale occupazione.
Finanziamenti nel settore costruzioni
I finanziamenti concessi alle imprese di costruzioni, che ammontano a marzo 2018 a 1,8 miliardi di euro, rappresentano il 10% del credito erogato alle imprese della regione (società non finanziarie e famiglie produttrici) e registrano una
riduzione del 12,2% (-260 milioni di euro) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Tra le 9 province siciliane, si rileva il calo più intenso dei prestiti alle imprese del settore a Enna (- 19,4%), seguita da Catania (-17,5%) e da Ragusa (- 15,3%). La dinamica del credito alle imprese è negativa in tutti e tre i macro-settori: si rileva la variazione negativa più accentuata nelle Costruzioni (-12,2%), seguita dal Manifatturiero (-8,8%) e dai Servizi (-4,7%).
Se da un lato l'immobiliare attira ancora acquirenti di prima casa ed investitori, grazie ai valori ormai a livelli minimi e ai mutui convenienti, dall'altra si evidenza la crisi del settore edilizio-artigianale che un tempo era stato la locomotiva della crescita.
Due settori affini, ma che negli ultimi dieci anni hanno vissuto momenti e intrapreso traiettorie molto differenti.